22 agosto 2022

Rassicurazione

Vorrei rassicurare Giorgia Meloni: facilmente la vittoria sarà sua, eppure questo sposterà poco o nulla. Perché la sua idea di comunità, signora Meloni, è più che passata: fa ridere.
La dipingono come un mostro, un pericolo pubblico, io invece la trovo più che altro buffa. Una caricatura di quel che potrebbe essere una capobanda ripulita, un poco più lucida del resto dei suoi affiliati, un poco più abile nel nascondere il baratro di umanità che l’ha condotta a essere la paladina di un manipolo di zombie.
Una che ha studiato e si è formata col solo evidente scopo di farne uno strumento di divisione ed esercizio del potere, di odio di quelle possibilità altre che la cultura dovrebbe aiutare ad amare.
Una che, col suo essere pronta a tutto, è destinata a perdere credibilità in un baleno (e i segni già stanno affiorando copiosi). Il governo sarà forse suo, signora Meloni, ma noi resteremo qui, aspetteremo che passi questo nuovo obnubilamento dei nostri concittadini, aspetteremo che lei venga riassorbita dai margini oscenamente nostalgici a cui appartiene.
Per qualche tempo avrà forse l’impressione di aver portato a termine il piano a cui, devota, lavora da trent’anni, ma noi resteremo qui, con le nostre devianze, storti, sterili, ibridi, anomali, clandestini, nomadi, confusi ma vivi. Vivi e non morti. Questo vorrei dirle signora Meloni: è troppo tardi per giustiziare il futuro. È troppo tardi per riassoggettarci ai copioni di sempre.
Lei e le sue sciabolate alla dignità umana sarete un piccolo, piccolo momento di arresto all’interno di un processo ormai impossibile da bloccare, questo noi deviati le garantiamo con l’affronto che le nostre vite per voi rappresentano. Siamo troppi e ormai troppo liberi. L’incantesimo nero non funziona più. Ridiamo di lei, signora carrarmato, ma non ci fraintenda: pur continuando a ritenerla delirante e caricaturale – bastino in questo senso le sue trasfigurazioni demoniache quando tocca le questioni di genere ovvero l’identità personale ALTRUI – all’occorrenza noi saremo pronti a resistere.
Senza prenderla sul serio (impossibile nel 2022), continuando a ridere delle sue stoltezze ideologiche fuori tempo massimo, noi difenderemo il futuro. In tanti in queste ore ce lo stiamo ripromettendo: saremo forti e pazienti, e la sua fine sarà la nostra festa. L’odio – su cui poggia la sua fortuna – è garanzia formidabile di disgrazia, signora: si goda questa parentesi, con la quale il nostro Paese sarà di nuovo coperto di infamia agli occhi del mondo. Noi appassionati del nuovo siamo abituati a scrutare più in là, guardiamo già oltre.

21 agosto 2022

Un mese

Manca poco più di un mese alle votazioni per il nuovo parlamento italiano.
Se alle elezioni anticipate siamo ormai abituati da sempre, queste in particolar modo si differenziano per il periodo estivo non certo abituale e ancor meno propizio.
La battaglia politica, favorita soprattutto dalla legge elettorale, avviene tra i due poli destra e sinistra e in parte con un centro rattoppato, come gli altri due poli tra l’altro, in pochi giorni per salvare il salvabile e soprattutto per salvare la poltrona.
A questo punto, l’unica cosa da fare è pensare e agire razionalmente. Pensieri e azioni che si discostano da questa prerogativa, possono essere deleteri o peggio ancora dannosi per sempre.
Si può non condividere le scelte, i modi e i sistemi intrapresi, si è legittimati a criticare formule e programmi, si può tutto ma, non si può lasciare alla deriva questa italia, non si può consegnare questo paese in mano a degli sciagurati che invece del progredire credono e agiranno per un regredire, per un tornare indietro, cancellando diritti e conquiste ottenute con anni di lotte.
Il non votare o peggio ancora, votare per chi vuole una destabilizzazione sociale a favore degli strati agiati e in sfavore dei più poveri, deboli e indifesi e rendersi responsabili di un futuro incerto e privo di valori.